L’originalità delle scelte, l’eleganza della veste, la qualità dei testi ne fecero la rivista d’arte più diffusa del mondo. La nuova FMR ha veste editoriale e propositi simili alla prima FMR: non insegna la storia dell’arte ma fa amare l’arte formando il gusto e la capacità di vedere.
Forse in primo luogo un collezionista accanito, la cui passione era in grado di unire le epoche e i luoghi più disparati. Già quel che questo editore ci dice di sé – la nascita a Parma e l’amore per il manierismo, l’incontro con Borges e il piacere dell’erudizione, il ricordo di padre Matteo Ricci e l’impresa della ristampa dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert – ci mostra con chiarezza sino a che punto biografia e cultura vengano a comporre qui una memoria vivente…