Franco Maria Ricci (1937-2020) è stato un importante editore, bibliofilo, collezionista d’arte, oltre che ideatore del Labirinto della Masone a Fontanellato, il più grande del mondo.
Nasce il 2 dicembre 1937 a Parma da Angelo Ricci, di nobile famiglia genovese trapiantata nella città emiliana, e da Carolina Vitali.
Figlio unico, trascorre gli anni della guerra con i genitori in un paese dell’Appennino, Monchio delle Corti.
Tornato a Parma, frequenta la scuola dei gesuiti e il liceo classico Romagnosi. Suo padre muore nel 1951. Dopo la laurea in geologia all’Università di Parma trascorre un periodo in Turchia, cercando petrolio per conto della Gulf Oil.
1937-1960
1960-1970
Rientrato a Parma, inizia l’attività di grafico.
A New York, sulla Fifth Avenue, espone i suoi lavori (specie marchi aziendali) insieme con Gae Aulenti, Pier Luigi Nervi e Marco Zanuso; conosce gli artisti della Pop Art.
L’esperienza decisiva ha tuttavia luogo a Parma, nelle sale della Biblioteca Palatina: lì lo aspetta Giambattista Bodoni, con i suoi punzoni, i suoi frontespizi, i suoi margini, i suoi alfabeti.
Ricci se ne innamora. In omaggio all’antico Maestro ristampa il Manuale tipografico, l’abbecedario sublime che inaugurerà il catalogo della casa editrice sognata.
Commosso dal grido di Paolo VI davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite - Jamais la guerre! Jamais la guerre! - decide di fargli eco con la ristampa di un altro capolavoro di Bodoni, l’Oratio Dominica. Si tratta del Pater Noster in 155 lingue antiche e moderne.
A firmare le copie dell’Oratio sono il papa e il segretario delle Nazioni Unite U Thant; Jacqueline Kennedy è la madrina della serata in cui l’Oratio viene presentata al Grolier Club di New York.
Col volume Il Disertore, apparso nel 1966, inaugura la collana “I segni dell’uomo” e crea una forma editoriale nuova, originale, senza equivalenti; il sensuale profumo di Seicento e barocco che emana dalle copertine nere e oro provoca stupori, entusiasmi e rifiuti; i caratteri sono quelli neoclassici di Bodoni, contrassegno, allora e poi, di tutta l’attività della casa editrice.
Uscito un anno più tardi, il volume Ligabue ribadisce l’interesse di Ricci per gli artisti ‘disertori’ e asociali, capaci di creare bellezza in mezzo a privazioni materiali e a sofferenze psichiche; ma Tarocchi, che esce nel 1969 ed è dedicato al mazzo visconteo di Bonifacio Bembo, introduce altre suggestioni: è un invito a Corte, fra dame e cavalieri tardo-gotici. Il testo è di Italo Calvino.
Avvia anche la sua carriera di collezionista: tra le prime acquisizioni le “crisoelefantine” da salotto di Chiparus e di altri artisti Déco, Ligabue, Erté.
A caratterizzare il decennio sono i molti viaggi, la crescita e la definitiva affermazione della collana “I segni dell’uomo” e la ristampa della Encyclopédie di Diderot e d’Alembert.
Un giorno legge una frase di Drieu La Rochelle a proposito di uno scrittore argentino, Jorge Luis Borges: “Vale il viaggio”; la prende alla lettera e vola a Buenos Aires; l’autore di Finzioni e de L’Aleph diventa uno dei collaboratori fondamentali della casa editrice.
La ristampa dell’Encyclopédie occupa l’intero decennio; per la prima volta vengono riprodotti integralmente i dodici volumi delle tavole, meraviglioso atlante delle tecniche artigiane che l’uomo aveva accumulato e perfezionato nel corso dei secoli.
1970-1980
Apre e arreda, qua e là, librerie monomarca, uffici e case: ai luoghi presta le stesse cure che presta ai libri. Ha trovato un’amica degna di abitare e di governare quegli spazi: si chiama Laura Casalis e diventerà sua moglie.
1980
È l’acme, il decennio d’oro; nel 1982 pubblica in Italia FMR, “la rivista più bella del mondo” o, come la definì Fellini, “la Perla nera”.
Si tratta di un rivista da collezione, naturale sviluppo della sua attività di editore d’arte; gli argomenti, da quattro a sei ogni numero, si presentano come altrettanti libri in nuce.
L’originalità delle scelte, l’eleganza della livrea, la qualità dei testi ne fanno in poco tempo la rivista d’arte più diffusa nel mondo.
Lo sbarco in America è del 1984. Con lo slogan “Colombo cerca sponsor” Ricci ha ottenuto il sostegno di industrie e società che vedono in FMR una bandiera del Made in Italy.
Negli USA gli abbonati frutto della campagna di lancio sono 64.000; la sera della presentazione a New York è un trionfo. Nel frattempo Ricci crea nuove collane e alimenta quelle già esistenti; all’inizio del decennio appare un’opera cult, strana ma di successo: il Codex Seraphinianus.
Accanto alle edizioni d’arte crea una dépendance puramente letteraria: “La Biblioteca di Babele”, diretta da Jorge Luis Borges. La sua collezione d’arte si arricchisce di un gran numero di opere, soprattutto ritratti, più qualche Vanitas.
Mentre le quattro edizioni di FMR (italiana, francese, inglese, spagnola) proseguono sulla strada tracciata e il catalogo dei libri si arricchisce di nuovi titoli, Ricci avverte il bisogno di qualcosa di nuovo. Il progetto prende forma a poco a poco: si tratta di allestire un Labirinto che sia anche Museo, Biblioteca, sede di mostre temporanee, opificio editoriale, luogo che lo rappresenti e gli sopravviva.
Per finanziare l’impresa senza indebitarsi vende casa editrice, rivista e marchio alla holding Ittierre di Tonino Perna. Continuerà a dirigere FMR sino al 2004, quando una nuova proprietà lo costringe a separarsi dalla sua creatura; firmerà l’ultimo editoriale con una rosa dai petali spezzati.
Ma il mestiere di fare libri è un vizio cui non sa rinunciare: sia pure con un ritmo più blando, continua a produrre volumi, molto belli e curati, con il marchio “Ricci Editore” che si muovono sulla scia di antiche collane come “Grand Tour” e “Quadreria”. È nominato nel 2005 Commandeur dans l’ordre des Arts et Lettres, il più alto riconoscimento della Repubblica francese in campo culturale.
1990-2010
2010-2020
Mentre procedono i lavori del Labirinto, nel 2011 Riceve da Gabriele Henkel il Premio Kythera, già assegnato a grandi intellettuali e creativi come Patrice Chéreau, Claudio Abbado, Renzo Piano, Claudio Magris; in Messico e in Portogallo vengono organizzate mostre importanti delle sue edizioni e della sua collezione d’arte.
Sono gli ultimi, faticosi viaggi: il Parkinson ha rallentato i suoi movimenti, ma ha avuto la delicatezza di non toccare il suo spirito. Riacquista in questo periodo la casa editrice Franco Maria Ricci.
Il 28 maggio del 2015 il Labirinto apre al pubblico i cancelli. Ricci non nasconde la sua felicità.
Gli resta ancora un sogno: recuperare il marchio FMR e far rinascere la sua rivista. In questi anni prosegue anche, sporadicamente, l’attività di designer, disegnando alcuni loghi, come quello per “Parma città Unesco per la gastronomia” e quello per la pinacoteca di Brera.
Continua a lavorare e a istruire le persone – la moglie Laura Casalis e il giovane Edoardo Pepino – cui verranno affidate le sorti del Labirinto e della casa editrice.
In un quieto giorno di fine estate, il 10 settembre 2020, dopo aver pranzato sotto gli alberi, chiude gli occhi e non li riapre più.