Léon Bloy. A cura e con un'introduzione di Jorge Luis Borges
1975 I ed. .
Lingua: italiano
Rari sono i racconti fantastici che rivelano il carattere irreale e stravagante del loro autore. Sembra il caso delle Storie sgradevoli di Bloy, fantasmagorico gestore di un teatrino verbale che svela i mostri della Religione con imparziale ferocia.
Léon Bloy considerò l’universo come una specie di crittografia divina, in cui ogni uomo è una parola, una lettera, o forse un mero segno d’interpunzione. Negò lo spazio cosmico; affermò che i suoi abissi non sono altro che una proiezione della coscienza umana. Opinò qualche volta che siamo già all’inferno, e che ogni persona è un demonio incaricato di torturare il suo compagno. Forgiò uno stile inconfondibile che, secondo il nostro stato d’animo, può essere insopportabile o splendido, uno dei più vividi della letteratura: Bloy dipinge i suoi personaggi come un perfido domatore.