Paesaggi, episodi di vita quotidiana e del Teatro Kabuki, ma anche i primi incontri tra la civiltà nipponica e i navigatori portoghesi: la storia dei paraventi, presentata in questo volume, è una preziosa testimonianza dell’incontro tra Oriente e Occidente, nonché delle forme e funzioni che questo oggetto ha assunto nei secoli.
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Provenienti dalla Cina e conosciuti in Giappone fin dal VII secolo, i paraventi solitamente riproducevano paesaggi e scene di vita quotidiana, ma in seguito all’incontro con gli occidentali hanno lasciato alla storia una raffigurazione quasi fotografica dell'arrivo dei portoghesi in Giappone.
La storia dei paraventi, grazie ad un focus della studiosa Hwee Lie Blehaut sui paraventi cinesi e uno di Giorgio Antei su quelli giapponesi e sul loro riverbero in Occidente viene ripercorsa in queste pagine, esaminando anche il passaggio da oggetto del quotidiano con funzioni pratiche a espressione artistica ricca di contenuto identitario ed estetico, da manifattura di appannaggio sino-nipponico a creazione realizzata in numerosi Paesi e crocevia di stili, a raffinato pezzo di arredamento diffuso in tutto il mondo.
È inevitabilmente anche una storia doppia, in cui chi guarda e chi viene guardato si scambiano continuamente di posto, e in cui prospettive, sguardi, riflessi, si innestano sorprendentemente su un oggetto, il paravento, che per sua stessa conformazione gioca con la vista, talvolta ingannandola con sorprendenti mise en abyme, talvolta ostruendola, lasciando spazio all’immaginazione e al desiderio.