Haniel Long. Introduzione di Henry Miller
1973 / 64 PAGINE.
Lingua: italiano
Nel 1528 alcuni conquistadores spagnoli vennero gettati sul litorale del golfo del Messico; privati delle armature e del prestigio dei bianchi, diventarono guaritori di indiani; naufragarono nel mondo nuovo e portentoso della fratellanza e dell’amore.
Haniel Long ricrea la relazione trasmessa da Álvar Núñez Cabeza de Vaca – il capo della spedizione prima naufragata – al suo sovrano, trasponendola in un intenso racconto per immagini – un racconto necessario, simile a “un essere in carne e ossa che cammina accanto a un fantasma”.
Cabeza de Vaca nel corso di otto anni guiderà attraverso l’intero continente due compagni e un moro in una marcia estenuante che si rivelerà, alla fine, un viaggio salvifico. Poveri scheletri sopravvissuti a stento, privi di ogni cosa, costretti a spogliarsi di tutti i princìpi che vestono l’anima di un europeo – e in primo luogo della certezza che l’uomo accresce la sua forza con daga e pugnale –, si lasceranno alle spalle tutto ciò che avevano imparato al di là dell’oceano e, piegati da una natura inclemente, umiliati dagli indios che li usano come bestie da soma, perverranno infine alla più totale nudità interiore. E scopriranno in sé un nuovo potere, quella forza che è al fondo di ognuno di noi e che ci spinge a dare pur non avendo più niente da dare: diventeranno, per i nativi, coloro che guariscono.