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Franco Maria Ricci Editore
I Segni dell'Uomo
194

Minnesänger

Il Grande Manoscritto di Heidelberg. Liriche d'amor cortese dal Codice Manesse

Anonimo (autore del codice Manesse). Testi di: Peter Wapnewski, Ewald M. Vetter
1983 / 208 PAGINE. Lingua: due edizioni: italiano, tedesco
Il Codice di Minnesänger, pietra miliare della letteratura germanica, è un capolavoro della miniatura gotica, che accosta ai ritratti dei trovatori le loro liriche. Di entrambi questa edizione offre un incantevole florilegio.
Dove fossero padri e mariti non si sa. Forse indugiavano in Terrasanta. In Provenza, in Sicilia, in Renania, dame e giovani cavalieri inventarono un nuovo costume, un nuovo stile di vita. Da un certo punto di vista dovette trattarsi di una grande moda giovanile. Solo che poi ha influenzato l’Europa per secoli. In questo libro è presentata una scelta da uno dei più preziosi codici che esistano, il Palatinus Germanicus 848 della Biblioteca Universitaria di Heidelberg, detto anche Codice Manesse. Qui persino gli affanni d’amore hanno un’aura ridente, perché v’è qualcosa di gaio nel trasformarsi dell’omaggio e del servizio feudali in omaggio e servizio a una dama; le stesse armature sono livree d’amore sopra delicate pelli dalla bionda peluria e inclini al rossore. Se la letteratura europea è così ricca di eroi adolescenti e di tenere eroine lo dobbiamo, forse soprattutto alle primavere, alle albe e ai sospiri della civiltà cortese.
Franco Maria Ricci Editore

Ahimè, quale distanza mi separa
da colei che ha tutto il mio amore! 
Ahimè, quanto a lungo ho viaggiato!
E ora vivo nel rimpianto e nel dolore! 
Ella ha con sé la mia mente e il mio cuore e io me ne devo privare.
Di nulla mi potrò rallegrare,
se a lei sta legato il mio cuore.
Perciò soffro in terrà straniera,
per sua colpa, le pene d’amore.

Se potessi vedere ancora
la più adorabile ridere d’amore,
allora sì che tornerei felice
e quale pena potrei ricacciare!
Ella è capace di far dolce ogni cosa
e solo questo mi può consolare.
Ma tutto di lei mi si nasconde
di là dai monti e dal lungo cammino. 
Non mi si chieda cosa mi tormenta: 
ben lo vedete senza domandare.
Io mai non vidi, lo posso giurare, 
delle gote così luminose,
né bocca sì lucente di rose,’
né occhi sì splendenti d’amore.
Perciò non posso non struggermi per lei. 
E ancor più mi addolora non sapere
se il suo cuore soffre pena d’amore 
per me, com’io per lei.
No, non potrebbe una sì acuta pena 
sopportare per due giorni soli.

Franco Maria Ricci Editore
Franco Maria Ricci Editore
Franco Maria Ricci Editore