Ahimè, quale distanza mi separa
da colei che ha tutto il mio amore!
Ahimè, quanto a lungo ho viaggiato!
E ora vivo nel rimpianto e nel dolore!
Ella ha con sé la mia mente e il mio cuore e io me ne devo privare.
Di nulla mi potrò rallegrare,
se a lei sta legato il mio cuore.
Perciò soffro in terrà straniera,
per sua colpa, le pene d’amore.
Se potessi vedere ancora
la più adorabile ridere d’amore,
allora sì che tornerei felice
e quale pena potrei ricacciare!
Ella è capace di far dolce ogni cosa
e solo questo mi può consolare.
Ma tutto di lei mi si nasconde
di là dai monti e dal lungo cammino.
Non mi si chieda cosa mi tormenta:
ben lo vedete senza domandare.
Io mai non vidi, lo posso giurare,
delle gote così luminose,
né bocca sì lucente di rose,’
né occhi sì splendenti d’amore.
Perciò non posso non struggermi per lei.
E ancor più mi addolora non sapere
se il suo cuore soffre pena d’amore
per me, com’io per lei.
No, non potrebbe una sì acuta pena
sopportare per due giorni soli.