A cura di Gianni Guadalupi. Testi di Kemàl Pascià Zadé, Ferenc Herczeg, Evliya Celebi
2002 / 252 PAGINE.
Lingua: italiano
Le infinite pianure magiare nei due secoli di occupazione ottomana: marce di giannizzeri conquistatori e guerriglie di cavalieri cristiani, vizi di Pascià e sventure di Gran Visir.
Era appena iniziato l’anno 932 dell’Egira, che per i cristiani d’Occidente corrispondeva alla primavera del 1526, quando nel primo cortile del Gran Serraglio di Costantinopoli, furono alzate le code di cavallo in segno di guerra. Per tutte le città dell’Impero Ottomano, dalla Bosnia all’Egitto, i banditori reclutavano arcieri e cavalleria di fortuna, promettendo denaro e bottino, mentre i bey di Rumelia e d’Anatolia radunavano le truppe regolari. Il 23 aprile centomila soldati e quasi altrettanti scorridori lasciavano la capitale marciando verso il Magiaristàn, il paese degli ungheresi, il cui giovane re aveva osato sfidare la collera del sultano Solimano.
Il volume, attraverso un’antologia scelta da Gianni Guadalupi, racconta le battaglie e gli scontri tra due culture.
Uno sguardo originale su un Magiaristàn percorso dai giannizzieri e dagli ussari neri in eterna guerra illustrato minuziosamente con miniature di matrice turca che riproducono con colori vivacissimi gli eventi bellici.