Vorticoso e lirico, si srotola allargandosi nel tempo e nello spazio con un ritmo proprio. È la storia di un legame, nato e poi sepolto in un cassetto, che ritorna alla luce grazie alla poetessa, che con pazienza converte l’invisibile in visibile.
Le figlie di Gailani e mia madre, il libro della poetessa riminese Rosita Copioli, è un originale e intenso racconto in versi.
La storia, affascinante e intricata, ha inizio a Riccione, così vicina a quella Rimini che già dall’antica Roma era definita terra di incroci, “caput viarum”, e fa incontrare, al tempo della Seconda Guerra Mondiale, mondi imprevedibili e distanti, la madre della poetessa e le figlie di Gailani, tra i fondatori del partito arabo nazionalista e in rapporti con Hitler e Mussolini.
Il legame che nasce da questo incontro, sepolto in un cassetto insieme alle foto e alle lettere delle ragazze, ritorna alla luce grazie alla poetessa, che con pazienza converte l’invisibile in visibile.
E di nuovo, un gioco di coincidenze inesplicabili, di rimandi e di echi tra la Storia e la storia, porta avanti il racconto con continui affondi in epoche e luoghi diversi, tra l’Europa, Roma, Riccione e il Medio Oriente, fino a giungere alla conclusione, in cui si fondono la minuzia e la sintesi.
La piccola casa bianca di Riccione
tra viale San Martino e la Flaminia,
scie di nomi guerrieri
fondamenti di civiltà e santità
devozioni oggi
inevitabili
soltanto nel nome,
Giovanni Ada Luigia
svanirono nei cinque anni
116 117
che misero fine ai miei venti.
Senza un nome che sia
inevitabile
che sia.
No, il mondo non è proprio una rosa
né noi abitiamo quella mistica
tra i nostri mari e fiumi.
Né tutto ciò che è facile
aiuta la durata
ma nemmeno la bellezza
che è difficile.
Come le nubi di questo mattino
sul treno precoce che porta a Roma
dal mare
e lo fanno assomigliare a un tramonto
vado verso la morte
dì addio a ciò che è scomparso.
L’eco di quella luce
che era così alta
e va per spegnersi
è ancora così bella.
Tu sai che cosa è
la compassione.
Terrore del sole che nasce
per una nuova
distruzione.