Il libro racconta fedelmente la morte di Luigi II di Baviera, sventurato ma grande nel suo ordine, che fu quello dell’illusione e della notte. Una desolata e più di una volta smagliante e sempre drammatica apoteosi lirico-narrativa.
Un racconto che si presta ad essere una fedele ricostruzione della morte di Luigi II di Baviera, un regnante benvoluto, particolarmente stravagante ed eccentrico, la cui eredità si intreccia con la storia dell’arte e dell’architettura. La narrazione ha inizio nel giugno del 1886 quando il sovrano, dichiarato incapace di intendere e di volere dallo psichiatra Von Gudden, viene confinato nel castello di Berg. L’indomani del suo arresto esprime il desiderio di fare una passeggiata con il dottore lungo le rive del lago Starnberg. Il sovrano e il medico-carceriere non faranno più ritorno, entrambi vengono trovati morti in circostanze misteriose così come avrebbe voluto il regnante che negli sperperi inauditi e nel tragico epilogo incarna l’ideale romantico dell’eccezione inimitabile.