Il lieve romanzo di Driss Chraïbi narra la storia di una signora islamica che, educata dai figli, passa dalla più arcaica domesticità al femminismo. Ha freschezza, ingenuità e allegria quasi senza incrinature. Da leggere come un idillio paradossale.
Le merci sono arcane, fantasmagoriche, con gli oggetti abbiamo rapporti ambigui; ci soffocano o ci nauseano. La protagonista di questo libro non lo sa; cresciuta nella domesticità islamica, ha con radio, telefono, automobile un rapporto innocente e amoroso. Gli oggetti la liberano, e le fanno scoprire il mondo; con loro intreccia un idillio paradossale. Accedendo al mondo moderno, la protagonista diventa intima di un grande potere che impone al mondo intero i suoi tributi. Non diversamente, i personaggi delle commedie classiche vanno per il bosco o l’isola dietro false apparenze, vittime di magie e di equivoci; ma finché questi son nuovi, vividi e cangianti, il loro errare non è senza gaiezza. Così questo libro di Driss Chraibi è per un certo verso una commedia. E tuttavia una liberazione che incede in controsenso è ancora liberazione.