Andrey Belyj. Introduzione di Serena Vitale
1973 / 288 PAGINE.
Lingua: italiano
Ispirato ai principi dell’antroposofia, Kotik Letaev è il romanzo della vita prenatale e dell’infanzia più remota; ma l’esperienza del bambino riflette e prefigura quella dell’umanità: compendio antropologico e atlante della storia umana.
Andrej Belyj scrisse Kotik Letaev a Dornach, un villaggio svizzero a pochi chilometri da Basilea, divenuto, dal 1912, sede della confraternita antroposofa guidata da Rudolf Steiner. Dall’antroposofia procede, evidentemente, l’ipotesi-chiave esoterica di Kotik Letaev: l’esperienza del bambino fin dalla nascita riflette e prefigura quella dell’uomo in genere. I punti, le linee e soprattutto gli arabeschi di Kotik Letaev sono gli emblemi di una laboriosa araldica mistico-espressiva nella quale ci si può avventurare solo con l’aiuto dello stesso Belyj. Nella misura in cui la prosa di Kotik Letaev è, tra l’altro, un saggio di mimica gestuale, nella misura in cui tali gesti alludono a un linguaggio vergine, universale, antecedente alla parola, Kotik Letaev può essere letto come un sogno-utopia sulla preistoria del linguaggio.