Da lontano vedo la sfumatura viola
del prato. Un prato di viole increspato
dal vento di marzo. Viole ridenti che se
ne stanno lì a bisbigliare tra loro, e lo
faranno per giorni, sotto le mie finestre.
Anche se andrò da loro, toglierò le
scarpe – viole tra le dita dei piedi – e mi
inginocchierò fino a terra e affonderò il
naso nella loro conturbante macchia e
strapperò a piccoli morsi foglie e fiori…
niente di tutto questo mi avvicinerà a
loro, mi suggerirà parole per infrangere
la barriera che ci separa, per toccarle
davvero, finalmente. Mi rialzerò delusa.
Riprenderò a rastrellare il prato.
Forse i sogni profumeranno di loro.