Lungo un gran discorso di parecchi secoli, in un concertato ininterrotto, attraverso regioni vastissime di sensibilità premoderna sull’orlo di pericolose autocoscienze, il Turco rappresenta con insistita apprensione l’Altro per uno spirito europeo evidentemente turbato, da inquietudini occulte e bizzarre, giacché linguisticamente finisce per esprimere la propria nozione di Chic massimamente habillé inventando una leggiadra metafora – quasi – antonomasia quale Turquerie, però manifesta la propria contemporanea decisione di occultare le nefandezze più tipicamente innominabili dietro la sbigottita catacresi di cose turche! (E frattanto, a livello d’abusioni sempre più pecorecce sistematicamente agisce una frizione del tutto omologa tra le terroristiche angherie litorali e proverbiali del “Mamma li Turchi” e la giulebbata confettura emporiale definita in ogni bacheca quale Turkish delight…).
Alberto Arbasino