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Franco Maria Ricci Editore
I Segni dell'Uomo
182

Beato di Liébana

Umberto Eco. Testi di: Luis Vázquez de Parga Iglesias, Umberto Eco
1973 / 176 PAGINE. Lingua: Tre edizioni: italiano, francese, spagnolo
Beato, abate di Liébana, scrisse nel VIII secolo un commento all’Apocalisse. A sua volta Umberto Eco scrive un Commento al commento, illustrato dalle miniature di un raro manoscritto mozarabico.
Favorito dalle paure del millennio che finiva, Beato, abate di Liébana e vescovo visigoto, scrisse nell’ottavo secolo un oscuro e lampeggiante commento all’Apocalisse, che divenne un certo bestseller tanto da venire copiato innumerevoli volte nei due secoli successivi da artisti e amanuensi. Nacquero così i Beati la cui fortuna continuò oltre il Mille e che divennero le fonti iconografiche più importati per i marmorini romanici e per i costruttori delle grandi cattedrali. Questo volume riproduce le miniature del più splendido tra i Beati: quello di Fernando I e Sancha d’Aragona, conservato con la segnatura VIT 14-2 nella Biblioteca Nazionale di Madrid. Mentre altri manoscritti sono stati riallacciati dagli studiosi ad archetipi paleocristiani ripresi dall’arte carolingia, il codice di Fernando I e Sancha appartiene completamente al clima mozarabico. La miniatura è spesso spartita in zone cromatiche astratte e vivacissime e le immagini, lontane da ogni naturalismo, propongono forme ed animali orientaleggianti ed esotici. Il Commento del chierico di Liébana, fatalmente datato, è sostituito in questa edizione dal testo di Umberto Eco, la cui doppia competenza di semiologo e medievalista sfocia in un lucido ed elegante commento al Commento.
Franco Maria Ricci Editore

Apocalisse, 13, 11-17. Ora sale una bestia dalla terra, ha due corna come un agnello ma parla come un drago. 
E piega tutti gli uomini al servizio della prima bestia.
La dicitura suona: “Ubi bestia ascendet 
de terra”. L’esegetica vuole che questa bestia siano i 
falsi profeti, che svolgono funzione di servizio nei confronti dell’Impero Romano.
Alcuni vaticinii numerologici che seguono 
nel testo gioanneo (“chi ha intelletto 
computi la cifra della Bestia: è la cifra di 
un uomo.
E tal cifra è seicentosessantasei”)
 hanno dato filo da torcere agli interpreti 
spingendoli a vedere una prefigurazione di 
Nerone.
Su queste basi Beato, utilizzando testi 
agostiniani, inizia una scorribanda nella 
teoria dell’Anticristo, allegando tabelle atte 
a predirne e riconoscerne la venuta, con acrobazie numerologiche ed etimologiche alla Isidoro di Siviglia. La Bestia è simbolo dei falsi sacerdoti, degli eretici che 
maliziosamente aprono la strada all’Anticristo. Siamo nel vivo del commentario di Beato, il testo si fa oscuro, arduo, la tradizione iconografica se la cava come può, attenendosi a una elegante rappresentazione araldica e disinteressandosi di ogni altra sottigliezza allegorica.

Franco Maria Ricci Editore
Franco Maria Ricci Editore
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