Alberto Martini

Per Alberto Martini l’incontro con i racconti di Poe fu un incontro illuminante e fortunato. Agli inizi del Novecento Martini leggeva i racconti di Poe nella traduzione di Baudelaire e provava una “strana emozione” decidendo così di tracciare con una penna sottile la parafrasi figurativa di quelle emozioni. Lo spirito che dominava la mente di Poe non era lo spirito dell’orrore o della perversità, ma dell’esagerazione: ogni idea, evento, dolore o immagine, quando venivano esagerati, portavano immediatamente al di là di tutti i limiti della morale, della verità e della realtà. Era proprio in questo trasgredire che Poe raggiungeva un’altra verità, un’altra dimensione e un’altra poesia. Con lo stesso spirito Martini accoglie la letteratura di Poe affidando alla sua mano e al disegno il compito di tradurre visivamente in tavole piccole e tavole grandi queste visioni, sogni a occhi aperti che tutte insieme costituiscono una sorta di Alfabeto della Paura e del Disastro.