Convinto di aver stornato da sé la calunnia (che invece rimase, e prevalse nella storiografia più tarda) con lo sterminio dei presunti colpevoli, Nerone si accinse a trar profitto dalla disgrazia rifacendo il volto di Roma. Nei suoi confronti correva anche l’accusa che volesse trasferire la capitale in Oriente; egli la smentì facendo della città una Nova Urbs e di se stesso un secondo Romolo. Varò una vera e propria pianificazione urbanistica che prevedeva l’allineamento delle case, da costruirsi in pietra e non più in legno con un contributo finanziario dello Stato, l’ampliamento delle strade, lungo le quali dovevano correre portici sormontati da terrazze da cui i vigiles siphonarii, i pompieri, potessero combattere gli incendi; moltiplicò i punti da cui si poteva attingere acqua. E nel cuore di questa novella Urbe fece sorgere la residenza imperiale, traduzione architettonica della concezione monarchica orientale, ispirata ai grandiosi palazzi dei sovrani ellenistici e ai paradeisoi, i “paradisi” dei re partici: la Domus Aurea. Il malevolo Svetonio ne parla con un’indignazione che non riesce a celare l’ammirazione: “C’era un vestibolo in cui era stato eretto un colosso a sembianza di Nerone, alto centoventi piedi. Era tanto vasta che nel proprio interno aveva parecchie miglia di porticati a triplo ordine di colonne, e uno stagno che sembrava un mare, circondato da edifici che formavano quasi una città. Per di più nell’interno vi erano prati, campi, vigneti, pascoli e parecchi boschi, con moltissimi animali domestici e selvatici di ogni specie. In alcune parti, tutta la costruzione era di pietre dorate e abbellita con gemme e madreperla. Il soffitto dei saloni per i banchetti era a tasselli di avorio mobili e perforati, in modo da poter spargere fiori e profumi sui convitati. Il principale di questi saloni era rotondo e girava su se stesso tutto il giorno, continuamente, come la terra. Nelle sale da bagno scorrevano acque marine e acque albule, e quando Nerone inaugurò il suo palazzo lo approvò soltanto con queste parole: Finalmente comincerò ad abitare come un uomo!”