All’oro si addice il buio perché, nel buio, l’oro si abbevera di ogni atomo luce.
I reliquiari di questo volume furono creati per chiese buie. e per cripte ancora più buie. Per sentire tutta la loro bellezza immaginateli, su uno sfondo di oscurità, sfavillare segretamente.
Mormorando giaculatorie alla luce vacillante di qualche candela, i fedeli si chinavano a baciare le sacre reliquie senza sapere che baciavano delle figure di linguaggio.
Il dito di un martire è venerato per sineddoche: sta per il martire intero. La freccia che colpì san Sebastiano è venerata per metonimia: manifesta il santo perché gli fu contigua.
Che sineddochi e metonimie siano state conservate per secoli dentro arche tanto preziose può commuovere anche l’incredulo, purché abbia devozione per la grammatica e la retorica. Delle chiese della cristianità si giunse a venerare 12 teste e 60 dita di san Giovanni Battista, 7 prepuzi e 3 ombelichi di Cristo, 15 braccia di san Giacomo, 30 corpi di san Giorgio, 6 mammelle di Sant’Agata.
L’Abbondanza è sempre migliore della scarsità. Questi felici eccessi accrebbero la fede, i miracoli, la prosperità dei monasteri, i capolavori dell’arte orafa.
I libri devoti parlano di marinai che, perduta la fede, scamparono tuttavia naufragi per merito degli scapolari che portavano al collo. Spero che qualcosa sia perdonato anche a me, per questo mio volume di taumaturghi.
Ho racchiuso un Medio Evo di oro e gemme dentro una nera cripta di carta, con vera devozione non solo per lo splendore orafo, ama anche per simile bisbiglio di speranze che ha avvolto, lungo tanti secoli, i Sacri Astucci. Ringrazio i musei e le chiese che hanno permesso la riproduzione delle opere conservate nelle loro collezioni e nei loro Tesori.